sabato 29 agosto 2009

Solidarietà al direttore di Avvenire

Mi sembra giusto pubblicare la riflessione del Presidente Nazionale di A.C. e la nota dell'A. C. sull'attacco al direttore del quotidiano AVVENIRE da parte delle colonne de "Il Giornale".

Qual'è oggi la situazione del mondo dell'informazione in Italia ?

L'informazione è tra i principali strumenti di partecipazione democratica. Non è pensabile alcuna partecipazione senza la conoscenza dei problemi della comunità politica e dei dati di fatto.
Occorre assicurare un reale pluralismo garantendo una molteplicità di forme e di strumenti nel campo dell'informazione e della comunicazione...
"merita attenzione particolare il fenomeno delle concentrazioni editoriali e televisive, con pericolosi effetti per l'intero sistema democratico quando a tale fenomeno corrispondono legami sempre più stretti tra l'attività governativa, i poteri finanziari e l'informazione". (dal Compendio della Dottrina sociale della Chiesa).

Un attacco gratuito e rancoroso di Franco Miano
Quanto ho letto ieri sulle colonne de Il Giornale, l’attacco gratuito e rancoroso al direttore di Avvenire, Dino Boffo, merita qualche altra parola per evidenziare da un lato un disagio, che si è palesato in tanti interventi e prese di posizione, e, dall’altro, per sottolineare il clima in cui questo fatto si è inserito. Appare a tutti evidente che l’articolo vuole essere soprattutto un tentativo di intimidire un giornale che ha cercato, con correttezza ed equilibrio, di informare i suoi lettori su una vicenda che non poteva essere ignorata, senza per questo scendere nel pettegolezzo, nel gossip. Non si può ignorare che alcuni comportamenti, così come presentati dalla stampa, hanno messo in difficoltà i cattolici. Ma è altrettanto indubbio che il giornale dei cattolici, Avvenire, si è mantenuto su una linea di prudenza e di rispetto delle persone.

Stupisce dunque questo violento attacco nei confronti del direttore di Avvenire, soprattutto perché personale quanto pretestuoso, rispetto al merito della vicenda. È forse vero che siamo arrivati a un punto di non ritorno; quel dialogo da più parti invocato, auspicato, sembra essersi fermato per lasciare spazio a campagne d’odio le cui conseguenze rischiano di mettere in ginocchio ancor di più un Paese che già si trova ad affrontare problemi reali, che toccano soprattutto singoli e famiglie.

È giunto il momento secondo me, in cui si deve fare una scelta tra cercare tutti insieme di aiutare il Paese ad uscire dalle difficoltà del momento, oppure continuare uno scontro culturale, ideologico che non serve a nessuno, e per di più rappresenta un ostacolo a qualsiasi cambiamento.

Preoccupa inoltre questa “guerra” tra giornali. Compito dell’informazione è proprio quello di aiutare a capire, a conoscere. Ciò che leggiamo in questi giorni sembra più un tentativo di impedire che ci possa essere ancora una stampa con la volontà di informare liberamente. La libertà di stampa è un cardine della democrazia e impedire che i giornali possano dire cose non gradite è un tentativo di costruire verità artificiali.

Come cristiani siamo abituati a dire “si, si; no, no”; a rispettare l’altro come persona, perché creata a immagine e somiglianza di Dio. Per questo siamo stupiti di fronte ad attacchi così gravi e pretestuosi. Per questo chiediamo di fare un passo indietro a un certo giornalismo e a una certa politica che pur di perorare una causa sono disposti a qualsiasi atto per screditare chi ha una diversa opinione o esprime una diversa posizione.

NOTA DEL 28 AGOSTO
L’Azione cattolica italiana esprime solidarietà al direttore di Avvenire Dino Boffo per l’attacco, gratuito e rancoroso, ricevuto dalle colonne de Il Giornale. Appare evidente che l’articolo vuole essere soprattutto un tentativo di intimidire un giornale che ha cercato, con correttezza e equilibro, di informare i suoi lettori su una vicenda che non poteva essere ignorata. Un attacco grave, personale e così plateale si commenta da solo. L’Azione cattolica chiede di fare un passo indietro ad un certo giornalismo, e ad una certa politica, che pur di perorare una causa sono disposti a qualsiasi atto per screditare chi ha una diversa opinione.